Oggi parliamo di “Carnaio”


Il romanzo è stato scritto da Giulio Cavalli ed editato dalla casa editrice Fandango libri nel 2019, prezzo di copertina 17 euro!

La trama. La tranquillità del paese costiero di DF viene spezzata quando sulla sua riva iniziano ad essere rinvenuti corpi di uomini, dapprima un paio, poi sempre di più fino ad arrivare a vere proprie ondate che sommergono DF e destabilizzano i suoi cittadini. Si tratta di uomini tutti uguali, adulti, di colore, senza un apparente passato come se fossero manichini. La cittadinanza di DF chiede aiuto alle sedi centrali del potere, alla capitale, la quale, muta continua ad ignorare una situazione che diviene sempre più drammatica.  Stanchi e frustati da questa situazione, i cittadini di DF cercheranno nuove soluzioni e si affideranno alle personalità illustri del paese, il sindaco, l’ingegnere, il capo della polizia ecc… i quali in maniera disumanizzante trasformeranno questo problema in una fortezza di autoproduzione fino ad arrivare alla folle organizzazione di un regime paradossale, dittatoriale e totalitario. Nessuno esce e nessuno entra, tutti fanno parte dell’incubo di DF e nessuno può sfuggirgli.

“DF è il centro del mondo che scivola verso l’orrore”

La mia opinione. Finalista al premio Campiello nel 2019, è un romanzo dalla tematica molto forte e il lettore fa i conti con una realtà purtroppo ben nota, qui esasperata, grottesca e disumana. La cittadina di DF, localizzata in un luogo ben definito dell’Italia, rappresenta in chiave esasperata, molti paesi e città italiane che tutt’oggi affrontano quotidianamente il problema dell’immigrazione. I cittadini di DF sono portavoce di un disagio reale a cui nessuno però da importanza ed i loro portavoce incarnano gli stereotipi purtroppo ben noti di "personaggetti" della politica locale, capaci di pericolose bassezze dettate dalla presunzione e dall’ignoranza. Nel romanzo vediamo che ad un primo momento di smarrimento dei cittadini, segue l’autogestione del problema e tutti iniziano a sprofondare in un aberrante spirale di soluzioni che rivoltano lo stomaco e disgustano al solo pensiero.  Lo scrittore dà voce a vari personaggi di DF, la cui testimonianza rappresenta il cuore centrale del libro. Il lettore si trova, ad ascoltare le assurde spiegazioni, date per altro in maniera straordinariamente lucida, dei più importanti cittadini del paese, le cui imperturbabili idee e affermazioni sembra possano far vacillare anche l’opinione del lettore stesso. Le azioni terrificanti e immorali compiute a DF vengono infatti raccontate come fossero una conseguenza necessaria alla propria salvezza. E quindi il lettore seppur turbato dall’orrore che trasuda dalle pagine continua a pensare “però…forse…ma…” in un continuo ondeggiare tra torto, ragione e follia.

“Una media di ventimila corpi ogni quarantott’ore. Trecentomila corpi al mese. Duecentottantotto milioni di chili di carne all’anno, per il novanta percento utilizzati nel comparto combustione e produzione di energia elettrica, trecentocinquantamila corpi utilizzati per il comparto alimentare e il resto (insieme agli scarti) per il confezionamento di monili, pellame e complementi d’arredo.

[…] Un enorme risparmio nella formazione del personale: impari a tagliarne uno e sai come tagliarli tutti, calcoli le calorie prodotte da uno e hai la somma su un foglietto di carta.

Lo sentite il botto?”

Mi ha un po’ scioccata l’ultima parte del libro, dove ormai, avvolti dalla paura, i cittadini hanno perso totalmente il controllo delle loro azioni e si rifugiano in una politica di proibizionismo sociale e su alcuni dettagli ho trovato delle similitudini alla nostra attuale situazione sociale e che all’epoca in cui è stato scritto il libro nessuno di noi poteva immaginarsi.

Lo stile di scrittura volutamente distaccato e impersonale, dove i dialoghi non sono segnati da punteggiatura, mi ha riportato alla mente lo stile di Saramago mentre per ciò che concerne l’aspetto delle descrizioni grottesche e disturbanti nel loro lucido orrore mi ha ricordato un po’ Curzio Malaparte.

Un libro che ho divorato deglutendo a fatica ogni storia e parola forse perché in fondo più lo leggevo e più mi tormentava il pensiero che la storia qui narrata non fosse poi così lontana dalla realtà. D’altronde la storia testimonia che quello descritto da Cavalli, sia già successo:  “mors tua vita mea” uno stile di pensiero solitamente coronato da un bel po’ di illecito profitto.  

Bellissimo e terribile. Da leggere assolutamente.

Avrete capito che non è un libro per tutti e lo consiglio a lettori non troppo sensibili e magari dai 16-17 anni in su.

Il mio voto è: 5 su 5 ⭐⭐⭐⭐⭐

Commenti

  1. Ciao Mafalda! Mi piacciono le tematiche a cui ti stai dedicando, temi davvero scottanti e attuali. Ho trovato la tua analisi molto curata, pensi di leggere ancora su questa tematica?

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    1. Questo è un tema che mi colpisce sempre molto e adoro i libri che affrontano tematiche sociali attuali. Quindu credo che recupererò gli ultimi due libri scritti da Giulio Cavalli che ha uno stile di scrittura che mi piace molto.

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  2. Una tematica forte che da un quadro altrettanto forte a quanto si può diventare cinici ed insofferenti di fronte alla sofferenza , sicuramente da leggere 👍

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