LA MAGA CIRCE COME NON L'AVETE MAI CONOSCIUTA!
Oggi parliamo di...Circe" di Madaline Miller, pubblicato per la prima volta nel 2018 con la casa editrice Sonzogno.
Di questo retelling ne avevo sentito parlare molto e
sempre in maniera positiva e quindi, dopo un po’ di anni a prendere polvere in
libreria, è arrivato anche per me il momento di leggerlo.
Come si intuisce dal titolo, la protagonista della
storia raccontata è proprio la famosa “maga” Circe dell’epopea omerica ma
questa volta la protagonista indiscussa è lei con la sua storia, partendo dalle
origini. Circe è una dea nata dall’unione del titano Elios con la ninfa
Perseide. La sua infanzia è segnata dall’emarginazione. Diversa dai sue tre
fratelli, Circe non sembra all’inizio possedere alcuna particolare dote o
grazia finché non scopre che dentro di lei si cela un potere differente, un
potere che si manifesta in maniera viscerale e si scatena con i suoi
sentimenti. Pharmakeia la chiamano ovvero magia. Persino gli olimpi ne sono
spaventati ed è così che la giovane verrà esiliata nell’ isola di Eea,
condannata all’eterna solitudine. Sola e indifesa, Circe saprà ben presto che
fidarsi è bene ma trasformare è meglio… Potente e implacabile, la sua vita sarà
segnata dall’amore, dal tradimento e dalla consapevolezza di se stessa.
Ho adorato questa lettura che è scivolata via con avarizia
nelle mie serate. Un linguaggio semplice e con descrizioni veramente efficaci.
Il tono narrativo non rallenta mai, anche nelle parti in cui lei è sola e
affina le sue arti. Sono stata rapita dalla fluidità della penna e dal
meraviglioso personaggio che la Miller ha saputo costruire.
La vita di Circe è scandita esattamente dagli stadi di
crescita e consapevolezza di ogni donna. All’inizio vi è la continua ricerca di
approvazione e ammirazione, che spesso cade nella sottomissione e assoluta
abnegazione di se stesse. Il tradimento che ferisce e denigra. La ribellione
punita con l’emarginazione e il sopruso del corpo e dei propri sentimenti che
alla fine porta o all’autodistruzione o come nel caso di Circe, alla presa di
coscienza di chi si è davvero.
Da mite creatura accondiscendente Circe diviene una
donna potente e ferma i cui “no” squarciano le convinzioni di chi non la
credeva all’altezza del confronto.
La maga non è nient’altro che una donna che ha dovuto
fare di se stessa uno strumento di difesa e sopravvivenza e forse è proprio la
sua assoluta indipendenza da tutti che infastidisce e irrita chi crede di
essere al di sopra di lei.
Le figure femminili sono tutte borderline tra la commiserazione, la rabbia, l’odio e la complicità. Tutte a loro modo hanno subito lo stesso iter di Circe a cui ognuna ha risposto come meglio poteva. Dalle prime sue comparse ho odiato la sorella Pasifae ma poi per la sua crudeltà usata come unica arma di difesa, ho provato solo pena. Non ho capito la resilienza di Penelope che poi invece ho apprezzato per la sottile e calma fierezza e intelligenza.
Le figure maschili sono volubili, inclini all’ira,
brutali e dotati di una presunzione innata e irritante e il personaggio di
Odisseo non smentisce questa analisi, d’altronde gli dei, per la sua
presunzione, lo condannano ad un viaggio senza speranza. Di loro salvo solo
Telemaco e Telegono che in maniera totalmente differente sono giusti e onesti e
desiderano solo perseguire ciò che più desiderano senza calpestare nessuno.
Ho adorato tutto di questo retelling. I personaggi
sono descritti e caratterizzati in maniera vivida e l’intreccio dei vari miti
conosciuti e amati l’ho trovato davvero interessante.
Personaggio preferito: indubbiamente Circe!
5 su 5 con lode
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