Ciao
a tutti e ben trovati!
Oggi
vi parlo di un romanzo moooolto forte! “Kaputt” di Curzio Malaparte di cui io ho
un’edizione del 1957 pubblicato dalla casa editrice Ali d’Italia e il prezzo
che è in copertina è 1.300 lire! Una cifra non indifferente per l’epoca. Ovviamente ristampe più recenti se ne trovano
a bizzeffe! Per chi non lo conoscesse, Curzio Malaparte (nome d’arte di Curt
Erich Sucker) è stato uno scrittore e giornalista italiano che ha scritto
saggi, romanzi e anche sceneggiati teatrali.
Giovanissimo
partì come volontario per la Grande Guerra e aderì al partito fascista per poi
abbandonarlo gli ultimi anni della II Guerra Mondiale.
“Kaputt”
non è solo un romanzo storico ma è una finestra aperta su quelli che sono stati
gli orrori della guerra vista e raccontata dallo stesso Malaparte.
Durante
la II Guerra Mondiale lo scrittore fu inviato come reporter di guerra nei paesi
dell’ex blocco Sovietico e dell'Europa Settentrionale come Polonia, Ucraina e Finlandia. Qui
tra cene e feste si ritrova a dividere l’ambiente con personaggi dell’alta
società locale e personaggi eminenti della politica tedesca tra cui anche lo
stesso Himmler. Durante questi eventi quindi, Malaparte parla della sua
esperienza e di quello che ha visto durante il suo soggiorno nei differenti
paesi.
Con
straordinaria minuzia di particolari i commensali vengono messi a conoscenza
dei più efferati atti di prepotenza e abominio perpetuati ad opera dei militari
tedeschi a scapito delle popolazioni del posto. Per ogni cena o evento cui lo
scrittore prende parte, c’è una storia diversa da raccontare: soldati impauriti
dalle loro stesse azioni; animali congelati e martoriati utilizzati come armi;
gente disperata; ragazze abusate; città distrutte; bambini assassinati.
Racconta del Ghetto di Varsavia, delle campagne attorno al fiume Dnieper e di
quello che succede in altre città o nei piccoli villaggi dei differenti Paesi.
Tutto è narrato con una lucidità, una schiettezza e un distacco da brivido.
Niente è omesso nei suoi racconti, ogni cosa è accuratamente descritta. Non so se la cosa che mi raggelava di più il sangue mentre
leggevo, fossero i suoi racconti o le reazioni dei commensali. In alcuni le
storie di Malaprte suscitavano una decorosa riluttanza ad ascoltare, è sempre
meglio non voler vedere ne sapere. In altri, soprattutto i tedeschi, provocavano sdegno o addirittura sgomento verso quei racconti in cui la
protagonista in assoluto è la miseria dei vinti e non loro, i tedeschi o come amano definirsi: il “popolo
civile”.
Se
in tutti i racconti, lo scrittore mantiene sempre un certo tono aulico e distaccato
nell’ultima parte del libro le descrizioni sempre accuratissime assumono toni grotteschi quasi
teatrali (a me personalmente hanno fatto venire in mente i quadri di Francisco
Goya).
Il
romanzo è quello che io definirei un bel “mattone” ma non tanto per come è
scritto quanto per i contenuti. Come dicevo la scrittura è schietta e cruda e
le storie narrate non sono facilmente digeribili soprattutto se si pensa che
sono accadute poco meno di 70 anni fa.
Il
libro di per sé scorre abbastanza bene anche grazie all’espediente di dividere
tutto in capitoli dedicati ad un racconto in particolare e che suscitano
quindi, nel lettore curiosità di capire questa volta quel titolo a cosa si
riferirà. La cosa che ho trovato un po’ pesante è stato il fatto di avere la
maggior parte dei dialoghi in francese (all’epoca seconda lingua ufficiale)
senza una traduzione, quindi non sono riuscita sempre a seguire perfettamente
il filo narrativo. Probabilmente questo può essere imputato al fatto che
l’edizione che ho io, come già detto, è del 1957, magari in quelle più recenti
la traduzione invece c’è. Ho trovato inoltre pedanti le minuziose e accurate
descrizioni di personaggi e situazioni che a mio parere possono essere visti
solo come lo sfondo del romanzo, in altre parole i commensali e le situazioni
di cene e banchetti con l’alta società. Questi due particolari rendono la
lettura di questo romanzo abbastanza impegnativa.
D'altra parte ho trovato superbe le arabesche descrizioni dedicate agli abitanti di Napoli,
un tono narrativo che si ritrova anche nel romanzo successivo “La pelle”, il
primo romanzo che ho letto dello scrittore e che ho amato profondamente.
In
modo imperturbabile Malaparte racconta gli orrori di un’Europa che muore
assieme alla sua umanità.
Il mio voto è 4 stelle su 5! ⭐⭐⭐⭐
Se la recensione vi è piaciuta fatemi sapere cosa ne pensate lasciando un bel commento!
Io torno a leggere! 👀
Ciaooooooo
Mi è piaciuto molto
RispondiEliminaGrazie mille 😊
EliminaÈ uno di quei libri che di solito non si scelgono a caso, ma vengono consigliati o si ama e ricerca il genere... Bhe dopo aver letto questa recensione ammetto e sono sicuro di far parte del primo gruppo, con grande probabilità lo leggero poiché questa recensione mi ha veramente colpito e lasciato una voglia di leggerlo veramente grande :D continua così mafalda
RispondiEliminaBene sono contenta che la mia recensione abbia avuto questo effetto! È un libro che deve essere conosciuto!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLo metto immediatamente in wish list,adoro questo genere di libri e di tematiche. Hai scritto una recensione bellissima, dettagliata e profonda, complimenti.
RispondiEliminaGrazie mille Enrica! sono contenta di averti fatto conoscere questo romanzo che anche se molto pesante e triste davvero merita di essere letto! alcuni libri cambiano le nostre idee e le nostre prospettive su quello che è successo nel passato ed ecco lui è uno di quelli!
EliminaComplimenti per il blog Mafalda! Trovo le tue recensioni proprio interessanti!
RispondiEliminaGrazie mille!! :)
EliminaCurzio Malaparte e Francisco Goya...fare un viaggio e due servizi 😅🙂!!!!
RispondiEliminaNon finirò mai di imparare da te!!
Bravissima!!!
Grazie mille per il bellissimo complimento! spero di essere sempre all'altezza delle aspettative! :)
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